Una luna come non l’abbiamo mai vista

Una cosa che mi ha sempre colpito riguardo la mia infanzia è che ho pochissimi ricordi. La mia memoria, per qualche incomprensibile ragione, sembra partire dalla prima elementare, nello specifico quando mi sentii male in classe e nella corsa per arrivare al bagno, vomitai nel corridoio. Ricordo la bidella che passava di lì giusto in quel momento, ricordo che lanciò un gridolino e disse qualcosa come “ossignore!” e soprattuto ricordo me stessa tutta confusa rispondere con un filo di voce “scusa…”.

Non mi sono mai stupita granché dell’entità del mio primo ricordo; ovvio che fosse imbarazzante, traumatizzante e leggermente disgustoso: conoscendomi, era inevitabile che mio ingresso nella vita consapevole fosse destinato ad venire celebrato così. In realtà, giusto un paio di giorni fa, mi sono resa conto che la mente deve avermi giocato uno strano scherzo, perché all’mprovviso, tutto d’un botto, mi è apparso nitidissimo il ricordo di un avvenimento accaduto precedentemente a quella deprimente mattina.

Era il 20 luglio del 1969; avevo cinque anni e mentre mi trovavo nel salotto di casa mia a guardare quel catafalco che era il primo televisore di famiglia, lontano 384.400 chilometri dal tappeto dove stavo seduta, l’Apollo 11 toccava per la prima volta il suolo lunare.

Ricordo con precisione cristallina Tito Stagno annunciare l’allunaggio e ricordo sopratutto l’emozione che ho provato. Percorrere tutta la volta celeste per arrivare a scendere sulla luna, ho pensato, che evento prodigioso! Un pensiero filosofico niente male per una cinquenne.

Ore 22,17, Tito Stagno: “Ha toccato!”

Certo poi, negli anni a seguire, quel momento sarebbe stato offuscato da ridicole diatribe (aveva ragione Tito Stagno o Ruggero Orlando ad annunciare il momento dell’allunaggio? E l’uomo c’era andato veramente sulla luna o si era trattato d’una messa in scena?) ma in quel momento, in quel preciso istante, c’ero solo io, la televisione, due giornalisti a cui volevo bene come se fossero dei parenti e l’immensità dell’universo da esplorare. Una specie di “attimo perfetto”, non so se rendo l’idea. Talmente perfetto che, chissà per quale curioso corto circuito mentale, non conservo alcuna memoria della successiva passeggiata lunare di Neil Armstrong (probabilmente a quell’ora ero già a nanna da un pezzo) anche se l’iconica impronta dello scarpone terrestre nella polvere del conquistato satellite mi avrebbe accompagnato, indelebile, per molti anni a venire.

Bene, un po’ in celebrazione dell’ingenuità perduta di quegli anni, un po’ per ricordare quella straordinaria impresa (il computer di bordo d’ausilio agli astronauti aveva appena 12 Kbyte di RAM (dodici Kbyte!) vorrei proporvi un video indimenticabile: il momento dell’allunaggio dell’Apollo 11 mostrato attraverso gli incredibili filmati d’epoca restaurati e riassemblati con amore e certosina pazienza dall’appassionato di voli spaziali Stephen Slater. Il filmato è straordinario perché le lunghe riprese della sala Controllo Missione sono state in passato mostrate solo parzialmente e non era stato possibile fino ad ora, sincronizzare alle immagini l’audio delle comunicazioni radio (registrate su nastri separati dalla pellicola). Veramente una luna come non l’abbiamo mai vista.

video edited and distributed by FootageVault »

Per saperne di più (sono parecchie fonti ma tutte in italiano):

Sulla missione Apollo 11 »

Sul Modulo Lunare Apollo »

Sul computer di bordo »

Sull’allunaggio »

La diretta TV Rai dell’allunaggio »

Su Tito Stagno e la trasmissione del 1969 »

Su Ruggero Orlando »

Sulla teoria del complotto lunare »

Un ringraziamento a Paolo Attivissimo (Il Disinformatico), in particolare per questo post »

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